di Fabio Gallo/
“L’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano S. E. Mons. Caracciolo Pirro fu il primo cronista di Francesco di Paola che conosceva personalmente. Oggi, dopo secoli, si ripete la storia e l’Arcivescovo S.E. Mons. Francesco Nolè, è cronista dei figli, dell’Ordine e della Famiglia di San Francesco di Paola”.

Queste le parole del Correttore Generale dell’Ordine dei Minimi Padre Francesco Marinelli, con le quali si chiude l’anno dedicato alle Celebrazioni del VI Centenario dalla nascita di San Francesco di Paola alla presenza delle Autorità Civili, Militari e Politiche tra le quali il Presidente della Commissione Bilancio della Regione Calabria on. Giuseppe Aieta, il Sindaco della Città di Paola Avv. Basilio Ferrari, il Direttore della Sede Regionale della RAI Ing. Demetrio Crucitti, il Consigliere del Comune di Paola Maria Pia Serranò. Presenti tutti i rappresentanti dei Conventi di San Francesco di Paola e delle Parrocchie dell’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano che hanno partecipato alla cerimonia religiosa.

IL VI CENTENARIO DI SAN FRANCESCO DI PAOLA
Un anno intenso, pieno di vita e spiritualità cristiana che giorno dopo giorno ha reso nuovamente centrale nella Memoria del Popolo cristiano, l’opera di San Francesco da Paola i cui prodigi, in gioia e ispirazioni ad una vita retta e onesta, non sono mancati per coloro i quali hanno preso parte alle attività di questo anno davvero speciale, governato in loco con estrema saggezza dal Correttore Provinciale Padre Gregorio Colatorti.

Oggi, proprio come fatto notare da Padre Francesco Marinelli, dopo secoli dal patrocinio della Costituzione dell’Ordine dei Minimi pubblicata alla fine del 1473, si è rinnovata la grazia dell’interesse del Padre Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, proprio come fu allora quando, all’esito dell’inchiesta ordinata da Papa Sisto IV, Mons. Goffredo di Castro (Vescovo di San Marco Argentano) confermò con l’autorità conferitagli direttamente dal Papa, la Costituzione pubblicata dall’Arcivescovo di Cosenza Mons. Caracciolo Pirro.

DAL DISCORSO DELL’ARCIVESCOVO MONS. FRANCESCO NOLE’
Saluto il popolo calabrese – ha detto l’Arcivescovo Mons. Nolè – che si onora di avere San Francesco di Paola come Santo Patrono della Calabria, con l’augurio che sappia imitarne le virtù e farne uno stile di vita.
San Francesco – ha spiegato l’Arcivescovo di Cosenza – Bisignano – era Eremita e Apostolo. Eremita perché amava il silenzio, amava la solitudine, amava ritrovare Dio nel profondo di se stesso, ma amava anche portare ai fratelli e alle sorelle ciò che era il suo nutrimento. Ecco, dunque, l’Apostolo, l’Evangelizzatore, il Predicatore, il Formatore di coscienze.

Colui che portava agli altri non se stesso ma ciò che aveva ricevuto, ciò che aveva nutrito la sua anima e il suo cuore, e quando ci nutriamo di Dio portiamo Dio, invece se ci nutriamo di noi stessi portiamo povere, piccole cose.
Così come Maria volle durante il pranzo a Cana di Galilea che suo figlio Gesù anticipasse l’ora della manifestazione del Signore, Francesco di Paola ha avuto il potere di farci incontrare per mesi la Misericordia di Dio. Maria ha anticipato e San Francesco ha prolungato la Misericordia, la presenza di Dio in mezzo a noi.

Ogni Santo che si è accostato al Signore ha incontrato sua Madre, Maria. Così Francesco ha fatto l’esperienza della tenerezza della Madre, colei che è presente sempre nella nostra vita. Colei che, non solo ci accompagna da Gesù, ma che continuamente ci ripete: “fate quello che Egli vi dirà”. Ma cosa ci dice Gesù? “Amate Dio, amatevi tra di voi. Questa è la Misericordia, amare come Dio ci ama”.

Il Padre Arcivescovo Francesco Nolè ha richiamato l’attenzione sulla “religione fai da te”, cioè una religione che non è religione ma solo obbedienza personale. La Religione di Cristo invece, chiede come fece San Francesco digiuno, penitenza, preghiera.
Oggi – ha continuato l’Arcivescovo Nolè – è necessario essere padroni del nostro corpo, essere capaci di far guidare la nostra vita dal nostro Spirito; essere capaci di stare sotto l’obbedienza dello Spirito. Solo in tal mondo, come Francesco, potremo discernere il bene dal male e riconoscere le insidie del diavolo che molto spesso si insinua nella nostra esistenza sotto mentite spoglie per svuotare tutto ciò che il Signore ha creato e dato all’uomo per la vita.

Francesco di Paola ha saputo darci questi valori che vengono dal Vangelo – ha continuato l’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano – che ha fatto notare come le insidie del diavolo, sempre più irriconoscibili, tendono a rendere la vita quasi insignificante, piatta, morta, senza slanci. Francesco di Paola aveva intuito che la pienezza della sua vita sarebbe giunta solo camminando con Cristo, abbracciando la sua Croce, accettando anche un cammino di sofferenza non raccomandandolo ad altri, ma cominciando da se stesso.

“Se vogliamo cambiare il mondo – ha concluso l’Arcivescovo Francesco Nolè, noi, dobbiamo cambiare la nostra vita. E dal nostro cambiamento saremo capaci di annunziare cieli nuovi e terre nuove, anche ai fratelli e alle sorelle che incontreremo perché sarà la nostra testimonianza a far trasparire la Misericordia di Dio che può cambiare il cuore di tutti a cominciare da noi stessi”.

Che Francesco – ha concluso l’Arcivescovo Francesco Nolè – ci dia la grazia di essere coerenti con la nostra fede, entusiasti della nostra fede, capaci di mostrarla sempre ovunque a qualsiasi prezzo.

Che il Signore ci dia il coraggio di essere veramente Cristiani, cioè di Cristo, cioè coloro che, come dice San Paolo, ‘come Lui soffrono, con Lui gioiscono, con Lui muoiono, con lui risorgono’.