VIII TAPPA: ITINERARIO DELLE SACRE RELIQUIE
DI SAN FRANCESCO DA PAOLA
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Nella diocesi di Gerace il culto di San Francesco di Paola ebbe grande diffusione soprattutto nel corso del XVII secolo, con la conseguente costruzione di chiese e la dedicazione di altari e cappelle. Anche nella Siderno collinare, in localita’ detta Limina, oggi ribattezzata San Francesco, venne eretta dai cittadini per devozione una chiesa in onore di San Francesco di Paola. La chiesa fu edificata verso la fine del XVII secolo, in quanto nel 1707 era esistente, come viene attestato dall’apprezzo della Terra di Siderno redatto dal Gallarano, nel quale, a proposito della stessa, appellata cappella, si legge: Fuori della detta Terra e proprio sopra la strada che va a Girace vi sta la cappella sotto il titolo di S. Francesco di Paola, consiste in una nave coverta a tetti con soffitta di tavole, con due altari, uno con un quadro del detto Santo, l’altro di S.Vito, nella quale vi si celebra nel giorno della festivita’ del detto Santo. Nel 1743 il contributo dato per la festa e la processione era di 1 ducato e 60 carlini. La serie di terremoti del 1783 danneggiarono, tra le altre chiese, anche quella di San Francesco di Paola, che subi’ danni alle strutture, ma rimase quasi intatta nelle mura e nella copertura. Purtroppo la gente per “bisogno di materiale” da costruzione, la distrusse utilizzando il materiale della stessa, cosi’ come quello di altre chiese, per uso privato e per ricostruire le case. Nonostante la demolizione della chiesa, di cui oggi resta solo un muro perimetrale, il culto di San Francesco di Paola continuo’ a praticarsi nella chiesa della Santissima Annunziata, dov’era custodita una statua lignea del Santo, che colla demolizione di quest’ultima chiesa venne trasferita nella chiesa matrice, dove tutt’oggi si conserva.
Dalla SS Jonica 106-E90 si giunge a Locri antica citta’, fondata dai Greci sette secoli prima di Cristo, ricordata come patria di Zaleuco, Nosside, Timeo. Tutto intorno al suo territorio sono disseminate piccole e grandi aree archeologiche. Da visitare il Tempio ionico di Marasa’, il Teatro greco-romano, la Necropoli, Antiquarium e il Museo privato Casa Scaglione. La citta’ di Locri Epizefiri e’ stata fondata da coloni provenienti dalla Grecia centrale, intorno al ‘700 a.C., presso il Capo Zefirio (attuale Capo Bruzzano); per le sue peculiarita’ e’ stata una delle principali citta’ (polis) della Magna Grecia. Ancora oggi, la citta’ si distingue per l’abbondanza di fonti documentali e di ritrovamenti archeologici, nonche’ per l’attivita’ legislativa di Zaleuco, autore del codice piu’ antico del mondo greco, espressione di una struttura sociale di impronta rigidamente aristocratica. All’esterno della cinta muraria, ai margini dell’area urbana, si estendono le necropoli, con un’organizzazione spaziale che evidenzia la chiara separazione tra la “citta’ dei vivi” e la “citta’ dei morti”.
Nell’area archeologica, in contrada Marasa’, si trovano, la maggior parte dei reperti rinvenuti durante le varie campagne di scavo, i templi, il teatro, le mura, il quartiere degli artigiani (Centocamere) ed il Museo Nazionale di Locri Epizefiri.
Proseguendo lungo il litorale giungendo a Locri si devia sulla Strada Statale 111, si giunge al centro storico di Gerace, posto tra le due vallate dei fiumi Novito e Gerace, cittadina di grande interesse per il suo patrimonio artistico: la maggiore attrattiva e’la grandiosa Cattedrale normanna; altri edifici sacri meritevoli di una visita sono la Chiesa bizantina di San Giovannello, la medievale Chiesa di San Francesco con i resti del convento e il Castello del XII secolo, i palazzi nobiliari e le porte d’accesso.
L’antichissimo centro bizantino – normanno e’ un modello dell’architettura urbana calabrese con il suo notevole patrimonio artistico conservato all’interno della sua Cattedrale, oltre che in tutte le chiesette del paese. Nella parte alta, si trova l’imponente Castello, oramai ridotto allo stato di rudere. La struttura urbana, tipicamente medievale.
Monumenti: Il Castello (periodo bizantino). Le porte in tutto la citta’ di Gerace contava ben dodici porte di cui otto non esistono piu’ e di qualcuna di esse e’ difficile indicare oggi il preciso sito, quattro esistono tuttora e sono: la porta maggiore, la porta del sole, la porta di S. Lucia e la porta dei vescovi; Le Porte urbiche aprentesi direttamente nelle mura erano: la Porta del Cofino, la Porta del Ponte, la Porta Maggiore o del Borghetto, la Portella o Porta della Piana, la Porta di Santa Barbara, la Porta della Sideria. Monumento ai Cinque Martiri (eretto nel 1931, ricorda i martiri fucilati nel 1847 dai soldati borbonici). Monumento ai caduti della guerra del 1915/18 (posto sul piazzale intitolato ai cavalieri di Vittorio Veneto di fronte ai ruderi dell’antico castello).
Chiese: La Cattedrale, Chiesa di San Francesco d’Assisi, Chiesa San Giovannello, Chiesa Sacro Cuore, Chiesa di San Giorgio, Chiesa dell’Annunziatella, Chiesa dell’Addolorata, Chiesa di S. Anna, Chiesa di Santa Caterina, Chiesa di Santa Maria del Mastro, Chiesa del Carmine e di Monserrato, Chiesa di San Giovanni Battista, Chiesa dei Cappuccini, Chiesa della Madonna di Prestarono.
Dopo la visita di Gerace si ritorna a Locri per prendere la SS Jonica 106-E90 direzione Catanzaro, dopo aver attraversato Siderno si imbocca la S.G.C. Jonio-Tirreno (Gioiosa-Rosarno) per visitare Mammola, centro d’arte, turistico e gastronomico, ricco di storia e tradizioni, che conserva l’impianto medievale sulla quale sono leggibili gli interventi successivi nei quali si inseriscono alcuni manufatti sei – settecenteschi notevoli di memoria. Molti degli edifici conservano le parti antiche e l’apparato decorativo sei – settecentesco. Da vedere la Chiesa di San Filippo Neri, il Palazzo Del Pozzo, il Palazzo del Baglio (XVI sec.), la Chiesa del Carmine, la Chiesa dell’Annunziata, Casa Ruso, Casa Tarantino, Palazzo Florimo (XVII), Palazzo Spina, la Fontana della Pace, la Chiesa Matrice dove si trovano le reliquie di San Nicodemo, Palazzo Ferrari (XVIII), la Grangia Basiliana di San Biagio, il Santuario di San Nicodemo alla Limina del sec.X e il rinomato Parco Museo Santa Barbara, meta tutto l’anno di centinaia di artisti e migliaia di turisti di tutte le parti del mondo.